Oggi si parte da un foglio quadrato, cercando di fare meno pieghe possibili; nell'antichità il foglio poteva avere varie forme e gli si aggiungevano anche dei tagli. Questo per farlo somigliare al procedimento della innovazione dei templi shintoisti ogni venti anni.

La parola è molto simile alla pronuncia "dei" nello shintoismo, per questo viene associato a questa religione; i primi origami erano delle striscioline di carta che venivano legate a legnetti per delineare le zone sacre.
Oppure c'è chi li collega ai samurai del 1392-1573, ai quali veniva offerto un mollusco in un astuccio di carta elaborato.

Si fa riferimento agli origami anche nella festa Kodono no hi, durante la quale i bambini creano delle carpe di carta che appendono avanti alle porte di casa per tenere lontani malattie e spiriti maligni.
Invece nella festa dell'Obon, durante la primavera, si fanno scorrere delle barchette di carta nel fiume; queste barchette si dice trasportino i defunti, che per tre giorni tornano tra i vivi, e poi ritornano da dove sono venuti.
Quando il buddhismo cinese fu più presente in Giappone, durante le festività del Tanabata e dello Hanami furono sempre più utilizzate le tecniche origami per decorare le città.
Un nuovo maestro è Akira Yoshizawa, che ha dato una svolta all'arte dell'origami introducendo molte tecniche innovative che racconta nei suoi libri.
Oltre che in Cina, gli origami sono usati anche in Vietnam, per creare dei pesci da appendere durante il capodanno, e alle Hawaii per i fiori delle ghirlande.
Questo è tutto per ora,
sayounara
dalla vostra
*Checca-chan
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