sabato 4 ottobre 2014

Origami

La parola "origami" significa letteralmente "piegare la carta". Oltre che in Giappone è molto usata anche in Cina e in Arabia.
Oggi si parte da un foglio quadrato, cercando di fare meno pieghe possibili; nell'antichità il foglio poteva avere varie forme e gli si aggiungevano anche dei tagli. Questo per farlo somigliare al procedimento della innovazione dei templi shintoisti ogni venti anni.
LE ORIGINI
La parola è molto simile alla pronuncia "dei" nello shintoismo, per questo viene associato a questa religione; i primi origami erano delle striscioline di carta che venivano legate a legnetti per delineare le zone sacre.
Oppure c'è chi li collega ai samurai del 1392-1573, ai quali veniva offerto un mollusco in un astuccio di carta elaborato.
Nel periodo Heian si cominciò a utilizzarle per "la festa delle bambine" o "delle bambole", durante la quale in principio si faceva una bambolina di carta da mettere su una barca, anch'essa di carta, che la porterà fino al mare. Poi successivamente la tradizione volle fare anche tutta la corte che assisteva la scena in stile origami, e oggi invece si usano bamboline di porcellana. Sono tutte riposte su della stoffa rossa in un ordine specifico: l'imperatore e l'imperatrice sul gradino più alto, tre dame di corte (con una teiera da tè) sul secondo gradino, cinque musicisti (quattro con uno strumento musicale e il cantante con un ventaglio in mano) maschi sul terzo, sul quarto due funzionari (simboleggiano la mano destra e la mano sinistra), sul quinto e ultimo si posizionano oggetti di uso quotidiano.
Si fa riferimento agli origami anche nella festa Kodono no hi, durante la quale i bambini creano delle carpe di carta che appendono avanti alle porte di casa per tenere lontani malattie e spiriti maligni.
Invece nella festa dell'Obon, durante la primavera, si fanno scorrere delle barchette di carta nel fiume; queste barchette si dice trasportino i defunti, che per tre giorni tornano tra i vivi, e poi ritornano da dove sono venuti.
Quando il buddhismo cinese fu più presente in Giappone, durante le festività del Tanabata e dello Hanami furono sempre più utilizzate le tecniche origami per decorare le città.
Nel 1797 uscì uno dei più importanti libri sugli origami: Piegatura delle mille gru, di Sembazuru Orikata. Secondo la leggenda, chi piegherà mille gru avrà i suoi desideri esauditi. Famosa la storia di Sadako Sasaki, la bambina colpita dalla bomba di Hiroshima che voleva adoperare questo metodo per salvarsi, ma non vi riuscì; le fu dedicata una statua nel Parco della Pace di Hiroshima, e spesso i passanti le lasciano un origami di una gru.
Un nuovo maestro è Akira Yoshizawa, che ha dato una svolta all'arte dell'origami introducendo molte tecniche innovative che racconta nei suoi libri.
Oltre che in Cina, gli origami sono usati anche in Vietnam, per creare dei pesci da appendere durante il capodanno, e alle Hawaii per i fiori delle ghirlande.

Questo è tutto per ora,
sayounara
dalla vostra
*Checca-chan



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